Stai cercando una sistemazione centrale e confortevole?
Le nostre camere “al Garibaldino” sono la scelta giusta …
Situato nel cuore della meravigliosa Trieste, le nostre stanze offrono diverse possibilità di soggiorno.
Le stanze sono arredate e decorate con stile caratteristico e dotate di bagno privato interno, aria condizionata, tv, connessione a internet wi-fi .
“Garibaldino Rooms” si trova nello storico palazzo di Via Molino a Vento 3, palazzo chiamato anche “palazzo del garibaldino” un Edificio del 1854 ristrutturato ed innalzato di un piano successivamente dal famoso architetto Max Fabiani del 1930.
Nella progettazione e ristrutturazione delle stanze, abbiamo voluto rispettare la storicità del palazzo senza però privarvi di ogni confort moderno.
Garibaldino Rooms è un punto di partenza strategico se volete visitare Trieste in totale autonomia, è situato nel centro storico Triestino ed affaccia su Piazza Garibaldi, una piazza caratteristica dove sono ancora attive e funzionanti le caratteristiche bancarelle che la caratterizzano da inizio 900.
Garibaldino Rooms è situato a solo 1 Km da Piazza unità d’Italia, in 10 minuti a piedi potrete raggiungere il cuore del Centro Storico Triestino.
È vicino alla Stazione Centrale che si trova a 2km raggiungibile sia con Bus che taxi in pochissimo tempo, o grazie ad una passeggiata di 20 minuti circa che vi permette di attraversare tutto il borgo Teresiano Triestino.
Ci piacciono gli animali domestici e accoglieremo con gioia i vostri amici a quattro zampe, vi chiediamo solo di comunicarci la presenza dell'ospite a 4 zampe per garantirvi una sistemazione adeguata.
E per poter provvedere alle adeguate opere di sanificazione/igienizzazione speciali terminato il vostro alloggio (è richiesto un supplemento di 10€)
Vi aspettiamo per condividere con voi il nostro 'amore per la nostra Città.
Piazza Garibaldi a Trieste merita una particolare menzione: l’aspetto nel corso degli ultimi secoli non è sostanzialmente mutato, mentre il nome, per motivi storici è cambiato diverse volte. Zona strategica della città, crocevia di traffici di merci di ogni tipo provenienti dai paesi limitrofi e dalle periferie, fu inizialmente sede del posto di dogana (da cui prese il nome).
Dalla fine del Settecento, l’allora piazza Dogana, era controllata da un austero doganiere austriaco che verificava le merci in transito e imponeva i dazi.
Qualche anno più tardi, la piazza cambiò ancora nome: prima piazza Marina, poi piazza Elisabetta in onore della principessa d’Austria che legò il suo nome a Trieste e che visitò per la prima volta la città nel 1856.
Il palazzo alle spalle del giardino, costruito alla fine dell’Ottocento grazie ai capitali messi a disposizione da una banca di Vienna e che in origine avrebbe dovuto ospitare il Comando supremo della Marina Militare, fu in seguito modificato negli spazi interni dove furono ricavate abitazioni private.
Agli inizi del Novecento diventò piazza della Barriera vecchia e i primi tram iniziarono a percorrere la zona.
Nel mezzo della piazza venne installata nel 1858 una delle fontane storiche della città, opera dello scultore Giovanni Depaul su disegno dell’architetto Vallon: si compone di una vasca dodecagonale con una colonna centrale che supporta una base su cui si trova un putto alato. Nel mese di aprile del 1945 (vedi foto sopra, scattata da Diego De Henriquez) diventò un riparo strategico dei soldati tedeschi prima della resa.
Note storiche:Il 30 aprile 1945 il Comitato di Liberazione Nazionale del quale era presidente don Edoardo Marzari, composto da tutte le forze politiche antifasciste con l’eccezione dei comunisti, proclamò l’insurrezione generale; al tempo stesso le brigate dei partigiani jugoslavi con l’appoggio del PCI attaccarono dall’altipiano. Gli scontri si registrarono principalmente nelle zone di Opicina (sull’altipiano carsico), del Porto Vecchio, del castello di San Giusto e dentro il Palazzo di Giustizia, in città. Tutto il resto della città fu liberato. Il comando tedesco si arrese solo il 2 maggio alle avanguardie neozelandesi, che precedettero di un giorno l’arrivo del generale Freyberg.
Nel 1954 fu eretta la Madonnina d’oro, una statua divenuta simbolo della piazza stessa. L’opera fu realizzata dallo scultore triestino Franco Asco.
Le stanze sono al 5° piano del palazzo del Garibaldino, e sono facilmente raggiungibili mediante un'ascensore.
ogni stanza è dotata di:
-Letto Matrimoniale
-Bagno Privato
-Aria Condizionata
-WiFi gratuito
-Riscaldamento invernale (termostato automatico)
-Asciugacapelli
-Armadio
-Tv a scermo piatto con canali free on air ed eventuale Amazon Stick - Tv.
-Cucina Condivisa conpleta di stoviglie, piano cottura, Frigo, Bollitore, macchina del caffè, microonde
Se viaggiate in auto potrete posteggiare la vostra auto o gratuitamente cercando con pazienza un posto libero nei pressi della struttura, o in uno dei parcheggi a pagamento nelle vicinanze tutti raggiungibili in pochi minuti a piedi:
• Garage Regina di via della Raffineria 6 (aperto dalle 7 alle 19, a 250metri dalla nostra struttura)
• Autorimessa de Giosa in via della Madonnina 6/1 ( aperto dalle 8 alle 20 – a 350mt dalla nostra struttura)
• al grande Parcheggio Saba di Via della Pietà 7 (aperto H24 a 500mt dalla nostra struttura) dotato di colonnine di ricarica per veicoli elettrici, videosorvegliato, con accesso per portatori di handicap.
In questa casa, affacciata su piazza Garibaldi, visse e morì un eroico Garibaldino. Si trattava del Capitano Giovanni Pagano, nato nel 1838 a Lugo di Romagna; fu uno dei Mille e non occorre sottolineare che ebbe una vita assai avventurosa. Dopo la presa di Porta Pia si stabilì a Trieste; viveva impartendo lezioni di matematica e filosofia e tenendo la contabilità di alcune ditte. Nel 1897 partecipò, benchè non più giovanissimo, alla campagna di Grecia e combattè valorosamente a Domokos.
Dopo questa "romantica avventura" fece ritorno a Trieste e si impiegò presso l'antica Officina Comunale del Gas.
Morì in una fredda giornata di dicembre del 1900. Fu proprio allora, in questa casa, che avvenne uno scontro con la polizia per poco non finito in tragedia. La salma del vecchio militare fu composta nella sua stanzetta: indossava la gloriosa camicia rossa con tutte le decorazioni ricevute.
I gendarmi austriaci furono mandati a "spogliare" il morto, ma i compagni d'arme del Pagano, brandendo sedie e la spada stessa dell'amico scomparso, ingaggiarono con la polizia una vera e propria battaglia che, dalla stanza del defunto, si portò lungo le scale, fino al portone della casa.
I funerali riuscirono veramente imponenti ed il vecchio garibaldino fu sotterrato con la sua camicia rossa e con tutte le sue decorazioni.
(Tratto da "Passeggiata Romantica per Trieste" di Leone Veronese Jr)